22/01/11

Promenade Plantée - Tratto Reully Sahel, Parigi

L’orografia che caratterizza la parte sud-est di Parigi è leggermente ondulata, c’è un dislivello di quindici metri tra il punto più basso e quello più alto del percorso. Questa caratteristica mal si sposava con le esigenze della locomozione del treno, che non riesce a superare le variazioni di quota del terreno. “Fu stabilita un’altezza in quota, o, più esattamente un’ascissa per fungere da coordinata orizzontale in grado di fermare i materiali di riporto necessari. Per estensione, l’ascissa diventa una sezione verticale che misura il positivo e il negativo e consente di identificare tanto lo skyline della città che le sue profondità” (Bédarida). Il più importante scavo si trova nel tratto compreso tra Reully e Sahel. La profondità della trincea è di circa sei o sette metri e il percorso è caratterizzato sui due lati dalla presenza di una densa vegetazione che si radica sulle ripide scarpate che delimitano il percorso enfatizzandone l'effetto trincea. La scelta degli architetti Philippe Mathieux e Jacques Vergely è stata quella di conservare la bassa vegetazione spontanea che aveva colonizzato queste porzioni di terreno e integrarla con la piantumazione di specie di alberi molto rustiche e ben adattabili alle difficili condizioni orografiche e che costituissero delle vere e proprie fasce boschive laterali. Questa soluzione permette una vista estremamente filtrata della città che si affaccia sullo scavo e nel periodo vegetativo si ha l'impressione di attraversare un tunnel vegetale che imanda a scenari lontani da quelli urbani.





© Alessandro Gabbianelli

20/01/11

Philippe Vasset - Un livre blanc

Regardez bien, vous etes passé par ici des centaines de fois: est-ce que vous savez où vous etes et ce qui s'y passe? Privés de leur nom et de leur fonction, les batiments s'avachissent comme des emballages vrevés. Les poteaux, les fils, les rues tracen des figures, encadrent des détails en soulignent d'autres, mais rien n'a de signification ni d'emploi: il n'y a que des objets incertains et des événements indécidables. Où est votre place? Comment habiter ici? Malgré la couverture satellite permanente et le maillage des caméras de surveillance, nous ne coinaissons rien du monde.



Philippe Vasset, Un livre blanc, Librairie Arthème Fayard, Paris, 2007


Un giorno di ordinaria follia - [Falling down]






Joel Schumacher, Un giorno di ordinaria follia [Falling down], 1993

10/01/11

Grun Berlin GmbH, Gruppe Odius - Schoneberger Sudgelande Nature Park, Berlino

Il parco naturale di Südgelände è situato all’interno di una vasta area caratterizzata da una forte infrastrutturazione e sorge sul sito del vecchio tracciato ferroviario adibito alla movimentazione delle merci che fu costruito tra il 1880-1890 e rimase in funzione fino alla seconda guerra mondiale. Fino al 1952 il tracciato e i capannoni per la riparazione continuarono ad essere utilizzati e negli anni successivi non furono mai del tutto abbandonati, tuttavia per tutta l’estensione del sito la presenza della natura diventava sempre invasiva fino a caratterizzare quel luogo. Benchè quest’area sia situata nella zona centrale di Berlino, a sud-ovest dell’aeroporto Tempelhof, le questioni politiche interne lasciarono che questo sito passasse inosservato per molti anni; l’assenza di strade e percorsi lo rese inaccessibile agli abitanti. Alla fine degli anni settanta, le autorità proposero la nuova costruzione di una piccola stazione di smistamento, ma il rinnovato interesse a quest’area portò i cittadini a proporre la creazione di un parco naturale. Gli studi ecologici evidenziarono l’alto indice di biodiversità animale e vegetale che si era sviluppata nel corso degli anni dell’e considerazioni gli enti locali abbandonarono l’idea della nuova stazione e di urbanizzazione intensiva dell’area, e si orientarono verso la creazione di un grande parco naturale dalle alte valenze ecologiche. 


fonte: Panoramio

fonte: Panoramio

fonte: Panoramio

fonte: Panoramio

fonte: Panoramio

08/01/11

Alberi [Trees]

"...Si tratta quindi di riscoprire il verde vegetale come elemento urbano (e del paesaggio) e non solo come elemento dell’ecologia. Non va tenuto presente solo il puro aspetto dendrologico o quello di fattore spaziale e architettonico, ma l’intera gamma vegetazionale. Dovremmo imparare che ci sono diversi toni di verde, che gli alberi stormiscono al vento con fruscii diversi, che non sono solo i fiori e le gemme a profumare l’aria, ma anche le foglie cadute al suolo; dovremmo anche apprendere a calcolare il percorso delle ombre e a riflettere sull’effetto dei rami nudi nel periodo invernale, quando si svela appieno la carica simbolica delle piante e se ne percepisce la spoglia concretezza".
(Kienast Dieter, Un decalogo, in “Lotus” n. 87, 1995, p. 64.)






© Alessandro Gabbianelli
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...