26/12/11

Laboratorio di Progettazione Urbana 2B - Revisione pre-natalizia

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE URBANA 2B - AA 2011|2012
S.A.D. Scuola di Architettura e Design - Ascoli Piceno
Prof Alessandro Gabbianelli
Prof Paola Ricco
Arch Gabriella Roscioli_Dott Vittoria Simone_Dott Letizia Saccoccio








07/12/11

Jacqueline Osty - Parc Martin Luther King Clichy Batignolles, Parigi

Parc Martin Luther King - Clichy Batignolles - Paris
di Jacqueline Osty

Le parc Martin-Luther-King s'étend aujourd'hui sur 4,3 ha. Il sera prolongé de 2,5 ha dès 2013 et s'étendra sur 10 ha en 2017. Le parc Clichy-Batignolles Martin-Luther-King sera très largement ouvert sur la ville, à la conquête des moindres parcelles disponibles, au plus près des immeubles. La végétation s'étirera jusque dans les rues alentour.
Le parc comportera de nombreux espaces de détente (pelouses, bancs, promenades) ainsi que des aires de jeux et de sports urbains. Il proposera également des milieux aquatiques : un fossé humide et un bassin biotope.










04/12/11

Laboratorio di Progettazione Urbana - Viaggio studio a Parigi

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE URBANA 2B - AA 2011|2012
S.A.D. Scuola di Architettura e Design - Ascoli Piceno
Prof Alessandro Gabbianelli
Prof Paola Ricco
Arch Gabriella Roscioli_Dott Vittoria Simone_Dott Letizia Saccoccio




Venerdì 25/11
            POMERIGGIO
Appuntamento ore 14,00
Sotto la colonna di Place Vendome (Linea 3-7-8_fermata Opera oppure linea 1_fermata Tuileries
Tuilleries_Piramide Louvre_Ile de la Cité-Ile Saint Louis_Place des Vosges

Sabato 26/11
            MATTINA
appuntamento ore 9,00 all’uscita della Metro fermata Franklin Roosvelt (Champ Elysées marciapiede destro) 
Ile Seguin/Boulogne-Billancourt (linea 9_fermata Billancourt)_Parc Andre Citroen (linea 10_fermata Javel)_Fondation Le Corbusier (linea 9_fermata Jasmin)
            POMERIGGIO
Cité de l’Architecture (linea 9_fermata Trocadero)
Museo Quai Branly (a piedi)

Domenica 27/11
            MATTINA
Appuntamento ore 9,00 all’uscita della Metro fermata Jussieu Linea 9 o Linea 7
Institute du Monde Arabe (Linea 7 o Linea 10_ fermata Jussieu)_Centre George Pompidou (Linea 11_fermata Rambuteau)
            POMERIGGIO
Biblioteca Mitterand (linea 14_fermata Mitterand)_ZAC Paris Rive Gauche_Parc Villette (linea 5_fermata Porte de Pantin)

Laboratorio di Progettazione Urbana


LABORATORIO DI PROGETTAZIONE URBANA 2B - AA 2011|2012
S.A.D. Scuola di Architettura e Design - Ascoli Piceno
Prof Alessandro Gabbianelli
Prof Paola Ricco
Arch Gabriella Roscioli_Dott Vittoria Simone_Dott Letizia Saccoccio





16/11/11

Journées Doctorales de Paysage - Ecole Nationale Supérieure de Paysage de Versailles


Journées doctorales de paysage

Ecole Nationale Supérieure de Paysage de Versailles-Marseille, 24-25 novembre 2011

La IVème édition des Journées Doctorales de Paysage se tiendra à l'Ecole Nationale Supérieure de Paysage de Versailles, les 24 et 25 novembre 2011. Organisées sous l'égide du Ministère de l'Ecologie, du Développement Durable, des Transports et du Logement, ces journées se donnent pour objectif d'ouvrir un espace de réflexion et de débats sur l'actualité de la recherche en paysage, en rassemblant la communauté des doctorants et des chercheurs qui travaillent à partir de points de vue disciplinaires divers (paysagisme, géographie, histoire de l'art, architecture, philosophie...). Des tables-rondes thématiques permettront aux doctorants de présenter leurs travaux et de confronter leurs méthodes.  De jeunes docteurs viendront témoigner de leur parcours ; des personnalités du monde académique et professionnel aborderont les nouveaux enjeux de la recherche en paysage, lors de conférences plénières suivies de débats.


06/11/11

Rem Koolhaas - Parc de la Villette - Paris

Rem Koolhaas, Parc de la Villette, Parigi_Concorso, 1982
Disegni di  Alex Wall


Fonti:
Lucan Jacques (a cura di), OMA. Rem Koolhaas, Electa, 2005
Oma. Rem Koolhaas 1987-1998, «El Croquis»

31/10/11

Laboratorio di Progettazione Urbana - Sopralluogo area di progetto

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE URBANA 2B - AA 2011|2012
S.A.D. Scuola di Architettura e Design - Ascoli Piceno
Prof Alessandro Gabbianelli
Prof Paola Ricco
Arch Gabriella Roscioli_Dott Vittoria Simone_Dott Letizia Saccoccio




29/10/11

Luigi Coccia - L'architettura del suolo

"Un profondo sentimento per la bellezza del suolo sarebbe fondamentale nell'edilizia della nuova città: cercando la bellezza del paesaggio non tanto per costruirci sopra, quanto per servirsene nella costruzione" [Frank Lloyd Wright]

Alla consuetudine di ricondurre la forma architettonica ad un tipo, idea stratta a cui l'opera fa riferimento nella sua esecuzione, si sostituisce un diverso esercizio analitico, quello di associare la forma ad una azione, ad una specifica forma determinante.
La forma del suolo, come fatto architettonico, può essere assunta come il risultato di un processo costitutivo riconducibile all'applicazione, semplice o combinata, di azioni elementari sul terreno.
Ogni azione può essere definita e indagata nella sua capacità di produrre effetti, di generare forme seguendo il proprio ordine costruttivo che si manifesta attraverso il corrispondente lavoro di modellazione del suolo. Esempi della storia antica e recente consentono di riscoprire la relazione che si stabilisce tra il principio costruttivo contenuto in una azione e le possibili manifestazioni della forma, una corrispondenza che rinnova il rapporto tra teoria e esperienza, fondamento della disciplina architettonica.
15 azioni elementari, ordinate secondo l'ordine alfabetico e illustrate dagli esempi selezionati, rendono intelligibile la forma del suolo e il processo costitutivo e, nel proporre una modalità analitica di approccio ai temi architettonici, assumono un valore strumentale per il progetto.




09/10/11

Vivere il Margine. Unità d'abitazione tra città e campagna





UNICAM Università di Camerino
S.A.D. Scuola di Architettura e Design "Eduardo Vittoria" Ascoli Piceno
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE URBANA 2B
Corso di composizione architettonica e urbana
prof. Alessandro Gabbianelli
tutor Arch. Gabriella Roscioli
con Claudia Belli | Alessio Palmieri | Letizia Saccoccio | Vittoria Simone



OBIETTIVI FORMATIVI DEL CORSO
Il corso si prefigge di fornire agli studenti la capacità di leggere la complessità della città contemporanea. Attraverso l'indagine cartografica, l'osservazione diretta, l'uso della fotografia, gli studenti dovranno essere in grado di restituire un'analisi critica dello spazio urbano individuandone i processi di trasformazione in atto. Tramite lo studio e l'analisi di testi e progetti, storici e contemporanei, saranno acquisiti gli strumenti utili a prefigurare, attraverso lo strumento del progetto architettonico, nuovi scenari di modificazione dello spazio urbano.

PROGRAMMA DEL CORSO
All'interno della realtà contemporanea, contraddistinta dall'iper-consumo, i fenomeni urbani mostrano alcune contraddizioni: da un lato la città cresce aumentando vertiginosamente la sua densità, dall'altro si espande, richiedendo sempre più spazio. L'evoluzione delle reti infrastrutturali ha reso possibile lo sviluppo di nuovi quartieri abitativi nelle zone esterne agli antichi perimetri urbani, così come ha permesso lo spostamento delle principali attività industriali, commerciali e terziarie che hanno trovato collocazioni più confacenti alle loro rinnovate esigenze, incompatibili con la saturazione spaziale della città consolidata. La città si espande orizzontalmente consumando grandi porzioni di suolo fino ad assume dimensioni territoriali.
Il corso si propone di indagare gli spazi residuali della città contemporanea, spazi di diversa entità che mostrano una natura plurale. Sono spazi originariamente agricoli, inesorabilmente erosi dall'espansione urbana che ne lascia porzioni frammentate che progressivamente perdono il loro uso produttivo. Sono luoghi instabili del territorio investiti dai processi di trasformazione in atto, suoli delle future periferie in attesa di imminenti operazioni immobiliari. Sono aree contaminate dalla rete infrastrutturale che indirizza la nuova espansione urbana.
Questi territori richiedono una riflessione sulle strategie progettuali da adottare affinché una loro possibile riconfigurazione sia adeguata alle rinnovate esigenze abitative.
Il campo di applicazione dell'esplorazione progettuale coinciderà con un sito della "città adriatica", individuato nei pressi di Senigallia, dove territorio agrario e urbano coesistono. L'esperienza didattica sarà indirizzata a "guardare al territorio e allo spazio pubblico come a una terra di antica cultura o a un palinsesto in cui, più o meno evidente, permane il segno di tutti i gesti che, nella memoria, hanno contribuito a modellare quello specifico paesaggio, e non un altro" (S. Marot). A partire dall'osservazione e descrizione del territorio, l'esercitazione progettuale si porrà l'obiettivo di indirizzare la trasformazione urbana prefigurando nuovi scenari, nuove relazioni, nuove identità. Lo studente dovrà progettare una “unità d’abitazione” indagando le esigenze dell'abitare attraverso la sperimentazione di diverse tipologie. Il progetto verrà sviluppato facendo particolare attenzione alle relazioni tra manufatto architettonico e contesto attraverso lo studio dei rapporti tra: vuoto/pieno, esterno/interno, verde/costruito, paesaggio agrario/paesaggio urbano.

METODI DIDATTICI
L'attività didattica sarà condotta attraverso lezioni teoriche ed esercitazioni progettuali. Revisioni periodiche dei progetti saranno occasione per una verifica costante degli strumenti progettuali utilizzati e costituiranno ulteriore approfondimento dei temi trattati durante le comunicazioni. Gli studenti saranno invitati ad utilizzare tutti i possibili strumenti della rappresentazione (schizzi, modelli, collage, fotografie, filmati, elaborazioni digitali), questo permetterà loro di formalizzare in modo critico e angolato le analisi del sito e la proposta progettuale.

MODALITA’ DI VERIFICA DELL’APPRENDIMENTO
Le revisioni periodiche costituiranno un monitoraggio continuo sull'attività svolta.
L'esame finale consisterà nella presentazione degli elaborati di progetto (3 tavole formato A1), di un modello e dei materiali delle esercitazioni. Lo studente dovrà, inoltre, dimostrare una conoscenza dei temi trattati durante il corso avvalendosi della bibliografia fornita dal docente.

TESTI DI RIFERIMENTO
V. Gregotti, Architettura e postmetropoli, Einaudi, Torino, 2011
R. Albiero, L. Coccia, Abitare il recinto. Introversione dell'abitare contemporaneo, (a cura di A. Gabbianelli), Gangemi Editore, Roma, 2008
L. Coccia, L'architettura del suolo, Alinea Editrice, Firenze, 2005
F. Purini, Comporre l'architettura, Editori Laterza, Bari, 2000
V. Gregotti, Il territorio dell'architettura, Feltrinelli, Milano, 1987
L. Quaroni, Progettare un edificio, Mazzotta Editore, Milano, 1977
A. Rossi, L'architettura della città, Cittàstudi, Milano, 1995 (I Edizione: Marsilio, 1966)
Le Corbusier, Verso una architettura, Longanesi & C, Milano, 1984 (I Edizione 1966)

Riviste: Casabella, Domus, El Croquis, Lotus

07/10/11

Dieter Kienast-Landscape design for Kronsberg in Hanover




Il quartiere di Kronsberg si sviluppa nella periferia sud-est della città di Hannover in Germania. Nato nel 1990 per rispondere alle esigenze che si sarebbero presentate in occasione dell’EXPO del 2000, ospita circa 6000 abitanti. Esso sorge sull’omonima collina che costituisce il limite topografico tra il paesaggio agricolo che si estende ad est e la periferia della città a ovest. Il piano di sviluppo prevede una lottizzazione più vasta che a partire dall’autostrada che ne costituisce il limite nord, fino a confluire nell’area dell’EXPO posta a sud; inoltre è previsto il rimboschimento del crinale della collina. Il rilievo collinare di Kronsberg ha una altitudine poco rilevante: il dislivello è minimo e difficilmente chi cammina si rende conto di aver raggiunto la sommità.
Il progetto del paesaggista svizzero intende dotare questa area di una sua identità riconoscibile partendo dalle sue caratteristiche topografiche e orografiche, con l’obiettivo di definire chiaramente ambiti di paesaggio che possano dialogare con il territorio agreste e lo sviluppo del nuovo distretto urbano, spazi vegetali atti a soddisfare le esigenze ricreative dei cittadini che possano costituire un’esperienza sensoriale, in quanto dotati di numerose varietà di flora e di fauna tali da formare degli habitat dall’alto valore ecologico.
La testata est della conurbazione di Hannover è composta da una successione di pieni e vuoti che, spostandosi verso ovest, risulta costituita dalla lottizzazione dei nuovi quartieri, dal grande prato, dal bosco situato sul crinale della collina; questo costituisce il limite ultimo verso il territorio agrario. Tale successione di spazi viene attraversata e messa in collegamento da “parchi-corridoio” che stabiliscono una connessione fisica e visiva tra la città e la campagna.
Il terreno comune, caratterizzato semplicemente dalla presenza di prato, garantisce un grande spazio pubblico estremamente flessibile e si contrappone alla massa vegetale del bosco a ovest e a quella costruita del quartiere a est. Un viale, caratterizzato da un doppio filare di alberi che ne mette in evidenza il tracciato, si sviluppa da nord a sud e segna in modo netto il limite tra l’edificazione e il prato comune, diventando un elemento di riferimento per l’espansione urbana.
Il bosco, partendo dall’area del prato, si sviluppa lungo il lieve pendio collinare fino al crinale. All’interno della fitta vegetazione boschiva si trovano delle radure dai limiti spaziali ben definiti che servono per espletare giochi, praticare sport e altre attività ricreative. Il lato ovest del bosco, a confine con l’area a prato, è concepito con un andamento a zig-zag, il che permette di avere spazi di differenti dimensioni che sono in contrasto con il limite rigido del quartiere residenziale. Attraverso una piantumazione di alberi ad alto fusto il progetto vuole ottenere una bordura dall’effetto immediato: il limite del bosco “deve creare uno spettacolo variabile di alberi” (Kienast).
La nuova sistemazione prevede anche la densificazione del sistema dei tracciati utilizzando le strade di accesso esistenti.
Il progetto prevede la realizzazione di cinque “parchi-corridoio” che si sviluppano nella direzione est-ovest (trasversali al bosco) ricalcando in parte il disegno del tracciato agricolo. Essi servono sia per connettere che per separare, avendo la duplice funzione di strutturare e limitare lo sviluppo del nuovo quartiere abitativo e, al tempo stesso di collegare fisicamente e visivamente la sommità della collina con i quartieri residenziali esistenti. Mentre l’operazione di rimboschimento lascerà inalterata la conformazione orografica del sito, nell’area dei “parchi-corridoio” si prevede l’innalzamento della sommità della collina affinché diventi una cima riconoscibile e sia possibile una vista ininterrotta della città e dei suoi dintorni. All’interno di essi sono previste attività ludiche e sportive; l’utilizzo della topografia e quello della vegetazione contribuiranno alla realizzazione degli spazi adibiti all’espletamento di queste funzioni.
Due fasce trasversali di parco costituiscono i limiti e le testate della nuova lottizzazione: quella a nord si sviluppa verso ovest partendo dal quartiere di Bemerode, l’altra, a sud, si inserisce nel quartiere adiacente all’area dell’EXPO. Il parco corridoio più esteso, quello che collega il borgo di Wulferode con il nuovo quartiere residenziale di Kronsberg, ha un allineamento longitudinale che consente all’aria fresca di discendere nella valle. All’interno di questo, le file degli alberi e degli arbusti sono disposte seguendo le linee delle scarpate e dei fossi. La rete dei tracciati è fitta ed è in gran parte accompagnata da piste di jogging. Il punto più alto è costituito dalla cima arrotondata, circondata da alberi di tiglio, che si eleva per circa quindici metri. Da questo punto è possibile avere godere di una vista che si estende dalla città di Hannover fino al borgo di Wulferode e a tutto il paesaggio agreste circostante.
Un altro “parco-corridoio” collega la piazza urbana al parco paesaggistico, fino all’area agricola orientale di Kronsberg. Il suo limite meridionale è dato dalla strada che mette in comunicazione Bemerode e Wulferode. Un parco urbano con playgrounds per bambini piccoli e altre attrezzature per il gioco è adiacente alla piazza e agli edifici pubblici limitrofi. Uno spazio triangolare, ricavato dall’intersezione degli assi stradali, è stato adibito a boschetto contenente una radura di circa 3000 metri quadrati che può accogliere feste e manifestazioni. All’interno di questa fascia si prevedono sempre utilizzi legati allo sport, al gioco e alla ricreazione. Anche in questo caso, con un’operazione di riporto di terreno proveniente dalla realizzazione di scavi e sfruttando il dislivello presente, si è creata un’altura artificiale che da un’altezza di 118 metri permette una vista che abbraccia i paesaggi eterogenei che caratterizzano questo territorio.
All’interno dell’area più selvatica del bosco la vegetazione è stata usata in maniera “semi-naturale”, ma “non con l’intenzione di creare un’area recintata per la conservazione della natura, bensì uno spazio protetto per persone e animali” (Kienast). In modo differente, all’interno dei “parchi-corridoio” la vegetazione e la topografia sono stati utilizzati in modo più formale per creare veri e propri spazi vegetali capaci di accogliere svariate funzioni.
L’intervento di Kienast ad Hannover disegna un paesaggio intermedio che mette in relazione città e campagna, includendo al suo interno le diverse topografie che disegnavano questa porzione di territorio. Tra edificato, campagna e bosco si instaura un nuovo rapporto che guarda alle esigenze funzionali di un grande agglomerato urbano e alle peculiarità estetiche di un territorio caratterizzato dall’agricoltura e dalla vegetazione boschiva.

BIBLIOGRAFIA
_Kienast Dieter, “Un decalogo”, in Lotus n. 87, Electa, 1995
_Kienast Dieter, “Cultivating discontinuity” (intervista), in Weilacher Udo, Between landscape architecture and land art, Birkhauser, Basel, 1999, p. 137
_Kienast Dieter, Park and cemeteries, Birkhauser, Basel, 2002

19/07/11

Paolo D'Angelo - Filosofia del Paesaggio



Cento anni fa Georg Simmel intitolava Filosofia del Paesaggio un suo saggio famoso. Oggi, però, il discorso sul paesaggio sembra migrato verso altre discipline, come l’Architettura o l’Ecologia. Questo libro vuole invece riaffermare che il paesaggio è un oggetto precipuo della riflessione filosofica, perché non può essere adeguatamente compreso e salvaguardato se ci si rifiuta di prendere in considerazione la sua dimensione estetica. Si tratta dunque in primo luogo di ripercorrere la ricca riflessione filosofica sul paesaggio che si è sviluppata nel corso del Novecento, e di qui muovere a comprendere le sfide che pone la situazione del nostro tempo: il rapporto tra paesaggio e arte, in particolare quello con il cinema e con l’arte ambientale; il confronto critico con l’estetica ambientale e i suoi tentativi di dissolvere il paesaggio nell’ambiente; i diversi orientamenti dell’estetica e dell’ecologia. Ma si tratta anche di capire quale idea del paesaggio stia dietro gli interventi concreti che su di esso si attuano, e in particolare quali concezioni fondano le politiche di tutela e riqualificazione, nella convinzione che il modo in cui ci rappresentiamo il paesaggio risulta decisivo per il modo in cui lo abitiamo.


09/07/11

Paysage Topscape - numero 7



Peter Latz + Partner e Latz Riehl Partner, WATERFRONT TRA FIUME E MARE - Kamel Louafi, BOCAGES PARK - Grecia Thermi: PARAMANA SQUARE - Hosper, PARCO DELLA LUNA, Olanda - Italia Cittadella: TRA LE MURA IL PAESAGGIO - SBAAS Arquitectes e EMF, CAN FRAMIS, Barcellona - Italia Cà Savio: IL PARCO BADEN POWELL - Arredo & Urbano - Piazza Chigi - Andalusia: PAESAGGISMO VERTICALE - Dal Park-ing al Park-green - CZ Studio, TRA NATURA E DESIGN, Padova - Brand Landscape - Kienast Vogt Partner, I GIARDINI DI SWISSCOM, Berna - Verde Hi-Tech - Greenwall al Fiordaliso di Milano - Top Garden - La.Ga. a Reichenbach - City Play - Il Parco Alessandrini a Milano


http://www.paysage.it/

26/06/11

Ignasi de Solà Morales - Terrain Vague


Ignasi de Solà Morales nel 1996 descrive quei luoghi coniando il termine terrain vague(1).
Egli usa il termine francese terrain piuttosto che quello inglese land perché lo ritiene più appropriato: il termine francese connota infatti una qualità più urbana, si riferisce al lotto minimo necessario per la costruzione della città, mentre quello inglese ha assunto significati più agricoli e geologici. Ma terrain si riferisce anche a territori più vasti e meno precisamente definiti, legati al concetto fisico di una porzione di terreno con le sue potenzialità di sviluppo, ma già in possesso di una forma di definizione a cui siamo estranei. Per quanto riguarda il secondo termine, vague, Solà Morales mette in evidenza la doppia radice latina vacuus e vagus, che si riferisce ad uno spazio vuoto, non occupato, ma al tempo spesso libero, disponibile. La natura che caratterizza questi territori indefiniti e incerti dunque, è sia quella dell’assenza di uso e funzione, che quella di promessa e di speranza, che li trasforma in territori del possibile, pronti ad essere modificati per costruire nuovi scenari all’interno della città o semplicemente pronti ad accogliere altri modi di essere sfruttati, a volte distanti dalle consolidate ritualità urbane. Terreni indeterminati, imprecisi, sfuocati, incerti, che contengono le aspettative di mobilità, erranza, tempo libero e libertà.
“Sono siti obsoleti nei quali soltanto alcuni valori residui sembrano sopravvivere, nonostante la disaffezione totale dell’attività della città. Sono, in poche parole, luoghi esterni, strani luoghi esclusi dagli effettivi circuiti produttivi della città. Da un punto di vista economico, aree industriali, stazioni ferroviarie, porti, vicinanze dei quartieri residenziali pericolose, siti contaminati, sono diventate aree dove possiamo dire che la città non esiste più. Essi sono i suoi margini, privi di qualsiasi integrazione effettiva; sono isole interne alla città svuotate di attività; sono dimenticate, sviste, resti che sono rimasti al di fuori delle dinamiche urbane. Convertite in aree semplicemente disabitate, insane e improduttive. In breve, questi sono luoghi estranei al sistema urbano, mentalmente esterni nell’interiorità fisica della città, appaiono come la sua immagine negativa tanto nel senso della critica come in quello della possibile alternativa”(2).
I terrain vague non sono luoghi da osservare banalmente dando loro una semplicistica accezione negativa, ma piuttosto risorse di cui è importante capire la potenzialità all’interno del ridisegno del tessuto urbano o nel riequilibrio delle funzioni sociali. Alan Berger nel descrivere le potenzialità dei terrain vague si rifà al processo evolutivo che i biologi chiamano exaptation(3). Questo processo spiega come gli organismi spesso riadattino in modo opportunista strutture già a disposizione per funzioni inedite. Nel mondo animale, ad esempio, le piume che inizialmente servivano ai rettili per l’isolamento corporeo sono diventate successivamente strumenti per il volo. In questa ottica dovrebbero essere letti questi spazi, ossia come parti di un “organismo” urbano in continua evoluzione, spesso nate con una funzione ben precisa, ma pronte ad adeguarsi a nuovi utilizzi, seguendo e partecipando ai nuovi meccanismi di trasformazione della città.


1 “It is impossible to captate in a single English word or phrase the meaning of French terrain vague.
In French, the term terrain has a more urban quality than the English land, so that we must note here that terrain is in the first instance an extension of the precisely limited round, fit for construction, of the city. If i am not mistaken, however, the evolution in English of the same word terrain has given it more agricultural or geological meanings. At the same time, the French word terrain also refers to lager and perhaps less precisely defined areas of territory, connected with the physical idea of a portion of land in its expectant state, potentially axploitable but already possessing some kind of definition in its property to which we are external.
As for the second of the two words which make up the French expression terrain vague, we should note that the term vague has a double latin origin as well as a Germanic origin. This latter, from the root vagr-wogue, refers to sea swell, waves on the water, and carries a signification that is by no means irrelevant here: movement, oscillation, instability, fluctuation.
The English wave derives, of corse, from this same root.
But we have an even greater interest in the two Latin roots which come together in the French term vague. First of all we have vague as a descendant of vacuus, giving us vacant, vacuum in English, which is to say empty, unoccupied. And yet also free, available, unengaged. The relationship between the absence of use, of activity, and the sense if freedom, of expectancy, is fundamental to understanding all the evocative potential that the city’s terrain vagues have accrued as part of the very perception of the city in recent years. Void, then, as absence, and yet also as promise, as encounter, as the space of the possibile, expectation.
There is a second meaning superimposed on the French vague as vacant. This attaches to the term as deriving from the Latin vagus, giving vague in English, too, in the sense of indeterminate, imprecise, blurred, uncertain. Once again the paradox that it produced in the message we receive from these indefinite and uncertain spaces is not necessarily a purely negative one. It certainly appears that the analogous term we have remarked are generally preseded by a negative particle – in-determinate, im-precise, un-certain – , but it is no less the case that this absence of limit, this almost oceanic sentiment, to use Freud’s expression, is precisely the message which contains the expectations of mobility, vagrant roving, free time, liberty”. Ignasi de Solà Morales “Terrain vague” in Quaderns n. 212. P. 36-38. Questo testo è stato scritto in occasione del XIX Congresso del UIA Barcelona 96 Present and futures, Architecture of the Cities.

2 “These are obsolete places in which only a few residual values seem to menage to survive, cespite their total disaffection from the activity of the city. They are, in short, external placet, strange placet left outside the city’s effective circuits and productive structures. From the economic point of view, industrial areas, railway stations, ports, unsafe residential neighbourhoods, contaminated places, have become the areas where it can be said that the city is no longer.
They are its margins, lacking any effective  incorporation; they are interior islands voided of activity; they are forgotten, oversights and leftovers which have remained outside the urban dynamic. Converted into areas that are simply un-inhabited, un-safe, un-productive.
In short, these are places that are foreign to the urban system, mentally exterior in the physical interior of the city, appearing as its negative image as much in the sense of criticism as in that of possibile alternative”. Ignasi de Solà Morales Terrain vague in “Quaderns” n. 212. P. 38-39.

3 Gould Stephen J., Vrba Elisabeth S., Exaptation. Il bricolage dell’evoluzione, Telmo Pievani (a cura di), Bollati Boringhieri, Torino, 2008. (Ed. Originale: Gould Stephen J., Vrba Elisabeth S., The structure of evolutionary theory, Belknap Press, Cambridge, 2002)

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